Di Mauro Speranza
Investing.com – I macro dati in tempi di coronavirus continuano a raccontare la crisi economica mondiale, con le vendite al dettaglio italiane che confermano questa tendenza.
Questa mattina l'Istat ha comunicato un calo delle vendite al dettaglio pari al 20,5 in valore ed al 21,3% in volume. Secondo l'istituto, “a determinare l’eccezionale calo sono le vendite dei beni non alimentari, che diminuiscono del 36,0% in valore e del 36,5% in volume, mentre quelle dei beni alimentari sono stazionarie in valore e in lieve diminuzione in volume (-0,4%)".
Più attenuato il dato relativo al primo trimestre 2020, con le vendite al dettaglio in discesa del 5,8% in valore e del 5,9% in volume rispetto al trimestre precedente. In particolare, aggiunge l'Istat, “diminuiscono le vendite dei beni non alimentari (-11,6% in valore e -11,5% in volume), mentre le vendite dei beni alimentari registrano variazioni positive (rispettivamente, +2,0% in valore e +1,9% in volume)”.
La produzione industriale in Germania e Francia
Inoltre, questa mattina è stato diffuso il dato sulla produzione industriale tedesca di marzo, scesa del 9,2%, rappresentando "il peggior dato della storia quando ci si aspettava un calo del 7,5%, e anche l'IFO dice che la produzione è crollata e in aprile si aspetta un calo del 51%", dice José Luis Cárpatos, CEO di Serenity Markets.
Stessa musica dalla Francia dove il calo della produzione industriale è arrivato al 16,2% nel mese di marzo, mentre il dato precedente era +0,8%.
La riapertura dell'economia e i mercati
Con i vari paesi impegnati nella riapertura graduale dell'economia, i mercati azionari sembrano essere ottimisti, anche grazie al dato delle esportazioni cinesi di aprile, oggi tornato positivo (+3,5%) rispetto al precedente calo (-6,6%).
Gli esperti, però restano cauti. “Questo miglioramento delle esportazioni dovrebbe essere temporaneo a causa del calo della domanda globale causato dalla Covid-19 e di quello che sembra essere stato un impulso momentaneo dopo i problemi del primo trimestre nelle esportazioni a causa delle restrizioni dell'offerta", spiegano da Renta 4.
Secondo Cárpatos, "i mercati azionari sono stati in disparte per un mese cercando di vedere cosa succede con il prossimo importante traguardo: la riapertura delle economie. Se questa riapertura dovesse generare un aumento molto forte dei casi che porterebbe nuovamente al confinamento, i mercati azionari crollerebbero. Se, d'altra parte, si vede che la riapertura funziona senza un grave aumento dei casi, potrebbe essere molto positiva”.
Infatti, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha avvertito mercoledì dei rischi di un ritorno al contenimento se i Paesi che si allontanano dalle restrizioni pandemiche non gestiscono le transizioni "con molta attenzione e con un approccio graduale".