ROMA (Reuters) - L'economia italiana lo scorso anno è cresciuta dello 0,9% facendo leggermente meglio delle stime governative e il debito pubblico è sceso più del previsto, mentre il deficit pur riducendosi rispetto all'anno prima è risultato ben al di sopra dell'obiettivo del Tesoro.
Secondo i dati forniti stamani da Istat, il Pil nel 2023 ha registrato un +0,9% dopo il +4,0% (rivisto da +3,7%) del 2022, contro il +0,8% previsto dall'esecutivo Meloni. Lo scorso dicembre l'istituto aveva stimato una crescita nel 2023 dello 0,7%.
Istat spiega che la crescita è stata principalmente stimolata dalla domanda nazionale al netto delle scorte, con un contributo di pari entità di consumi e investimenti.
"La domanda estera netta ha fornito un apporto lievemente positivo, mentre è stato negativo quello della variazione delle scorte. Dal lato dell'offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite nelle costruzioni e in molti comparti del terziario, mentre ha subìto contrazioni in agricoltura e nel complesso delle attività estrattive, manifatturiere e nelle altre attività industriali".
In prospettiva, Palazzo Chigi vede l'economia in crescita quest'anno dell'1,2%, anche se le stime dei principali previsori si fermano sotto l'1%. Un segnale positivo è arrivato dal quarto trimestre, che ha fatto registrare una crescita a sorpresa per quanto contenuta (+0,2% congiunturale).
"EMORRAGIA" DAI BONUS
Passando al quadro di finanza pubblica, il rapporto deficit/Pil nel 2023 si è attestato al 7,2% dall'8,6% (rivisto dall'8,0%) del 2022, contro il 5,3% previsto dal governo.
Per quest'anno Palazzo Chigi vede un deficit al 4,3%, obiettivo che è però a rischio sforamento per via delle revisioni contabili legate agli incentivi fiscali sulle ristrutturazioni edilizie.
Commentando i dati, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di "emorragia dell'irresponsabile stagione del Superbonus", il cui effetto è andato "purtroppo oltre le già pessimistiche prospettive".
"Con la non semplice chiusura di quella stagione, la finanza pubblica dal 2024 intraprende un sentiero di ragionevole sostenibilità", ha aggiunto.
Per quanto riguarda il debito pubblico, nel 2023 è diminuito al 137,3% del Pil dal 140,5% (rivisto da 141,6%) registrato l'anno prima, rispetto al 140,2% che era il target del Tesoro. Secondo l'esecutivo il debito è destinato a rimanere stabile a circa il 140% fino al 2026.
La pressione fiscale lo scorso anno è risultata stabile al 42,5%.
Segue una tabella con i dati forniti dall'istituto:
202320222021
Pil 0,9 4,0 8,3
Deficit/Pil 7,2 8,6 8,7
Debito/Pil 137,3 140,5 147,1
Saldo primario/Pil -3,4-4,3-5,2
Pressione fiscale 42,542,542,6
(Antonella Cinelli, editing Valentina Consiglio)